Tra febbraio e maggio 2020 si è tenuta la quinta serie di seminari in videoconferenza, ospitati dal Centro di Studi Italiani della University of Notre Dame con la collaborazione dell’OVI.
Il ciclo è intitolato Linguistic Developments and Literary Traditions in 13th- and 14th-Century Italy, prevede 5 seminari.
Partecipano come relatori, nell’ordine:
James C. Kriesel (Villanova University)
Irene Falini (OVI)
Giulio Vaccaro (OVI)
Luca Barbieri (OVI)
Chiara Sbordoni (Notre Dame Rome Global Gateway).
Il ciclo è stato preceduto da due incontri riservati al gruppo di Notre Dame e tenuti da Rossella Mosti, su “Il TLIO e le banche dati dell’OVI” (12 febbraio) e “Il progetto del Vocabolario Dantesco (VD)” (19 febbraio, in collaborazione con Zeno Verlato).
James C. Kriesel
La poetica della congruentia: Chichibio e la gru (Decameron 6.4)
La critica ha di recente discusso se Boccaccio approvasse o meno i diversi tipi di volgare. Molte di queste tradizioni testuali presentavano elementi popolari, erotici o municipali, che nel periodo tardo medievale erano criticati. L’intervento si propone di mostrare come nel Decameron Boccaccio cerchi di incorporare - in modo armonioso e congruente - generi letterari contrastanti. In particolare, si esaminerà come Boccaccio, in Decameron 6.4, faccia ricorso a idee metaletterarie sulle gru per drammatizzare quella che era caratterizzata come una poetica volgare di congruenza (congruentia). Si evidenzierà, infine, il confronto di Boccaccio con le idee di Dante su tali problematiche.
Irene Falini
Novità biografiche sul rimatore fiorentino Lorenzo Moschi dal Fondo Datini dell’Archivio di Stato di Prato
Il seminario presenterà le ricerche in corso sulle cinque lettere commerciali recentemente scoperte all’Archivio di Stato Di Prato che il rimatore fiorentino Lorenzo Moschi scrisse da Napoli a Francesco di Marco Datini tra gennaio e aprile del 1386. Nell’occasione verrà offerta anche una sintesi delle principali novità sulla sua produzione poetica, fino a pochi anni fa nota solo parzialmente soprattutto grazie all’edizione fornita da Giuseppe Corsi nei Rimatori del Trecento del 1969.
Giulio Vaccaro
Una sombra ya pronto serás, ovvero la (s)fortuna degli iberisimi in italiano (antico)
Nonostante i contatti tra Italia e Spagna siano stati fittissimi fin dal pieno Duecento e una ampia parte dell’Italia abbia conosciuto, nei secoli, fasi più o meno lunghe di dominio da parte degli spagnoli, il rapporto tra le due lingue è rimasto sempre piuttosto marginale. Nell’intervento mi soffermerò sulla diffusione antica degli iberismi, allargando poi lo sguardo anche all’italiano contemporaneo, mostrando come al peso complessivamente scarso dell’elemento iberico nello standard risponda una presenza ben più radicata nei dialetti.
Luca Barbieri
I francesismi nell’italiano antico dai volgarizzamenti alla lingua letteraria
La precocità e il prestigio della letteratura francese e provenzale creano condizioni favorevoli all’introduzione di numerosi gallicismi nella lingua italiana. Per quanto riguarda i francesismi, qual è il ruolo giocato dai volgarizzamenti italiani e dagli autori impregnati di cultura transalpina? E qual è la storia e il destino degli elementi introdotti in epoca medievale? Sono alcune delle domande alle quali tenteremo di rispondere in un percorso attraverso alcuni testi scelti per il loro valore esemplificativo e emblematico.
Chiara Sbordoni
Ad limina et mirabilia Urbis: Dante, Petrarca e Boccaccio a Roma
Dante configura il viaggio del suo personaggio-poeta come un pellegrinaggio a Roma. L’umanista Petrarca si reca a Roma come viaggiatore, poeta laureato, pellegrino. I personaggi di Boccaccio interrogano, con i loro dubbi, i mirabilia della città eterna. Per le Tre Corone Roma rappresenta una soglia tra presente e passato, tra vita materiale e dimensione spirituale, tra realtà contemporanea e ideale politico. Sulla mappa di Roma, civitas infernale, purgatoriale o paradisiaca che sia, ciascuno di loro orienta il proprio percorso d’autore costruendo una nuova tradizione letteraria.