Nicola Esposito
Un copista poco discreto: il testo del Pecorone nella lezione del codice 85 della Biblioteca
Trivulziana di Milano
Databile all’ultimo quarto del secolo XV, il ms.
Milano, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, 85 veicola una
lezione del Pecorone di
ser Giovanni che ben riflette quello che Edgar Morin ha felicemente definito
nel 1962 l’esprit du temps.
Nell’intervento si analizzerà la facies linguistica che il copista dà al suo testo,
nonché le numerose sottrazioni e aggiunte capaci, in potenza, di dirci molto
della cultura entro la quale è nato e si è formato questo progetto librario.
Nicola Esposito è Teaching Scholar Postdoctoral Fellow presso l’Università di Notre
Dame. I suoi interessi di ricerca spaziano tra la novellistica toscana del
tardo Trecento e del primo Quattrocento (con particolare attenzione rivolta a
Giovanni Boccaccio, ser Giovanni, Franco Sacchetti e Giovanni Sercambi) e la
filologia testuale dell’italiano tardo medievale. Tra le sue più recenti
pubblicazioni vi sono: La
tradizione manoscritta del ‘Pecorone’ di ser Giovanni, «Italia Medioevale e Umanistica», 64, 2023; Sullo statuto delle ballate del ‘Decameron’: tra
cultura cortese e fascinazioni cavalleresche,
«L’Ellisse. Studi - storici di letteratura italiana», XVIII/I, 2023, pp. 7-20.
Mattia Boccuti
Nuove proposte per un ‘micro-canone beatriciano’:
Dante e Beatrice nelle rime pre-Vita
nova
La centralità della figura di Beatrice all’interno dell’opera
letteraria di Dante Alighieri è un assunto tanto noto e pacificamente accettato
nella moderna esegesi dantesca da non essere oggetto di particolare
controversia critica. Descritta come “un elemento di fondo, un grande ‘mito’”
da Aldo Vallone, Beatrice è infatti generalmente interpretata come una presenza
costante nella produzione di Dante tra la fine del tredicesimo e l’inizio del
quattordicesimo secolo. Un’analisi sistematica del corpus dantesco rivela,
però, che Beatrice è un concetto letterario aperto e in continua costruzione.
Scopo di questo contributo è riconsiderare il ruolo, le funzioni e le
caratteristiche della figura di Beatrice nei testi precedenti la composizione
della Vita nova, definendo un “micro-canone beatriciano” e riflettendo sulla genesi del
mito di Beatrice.
Mattia Boccuti
è
Teaching Scholar Postdoctoral Fellow presso l’Università di Notre Dame. La sua
attività di ricerca si concentra sulla produzione letteraria di Dante e, in
particolare, su come la figura di Beatrice informi e rifletta quella del suo
autore. Ha pubblicato contributi sulla tradizione mariana nella Commedia, i canti edenici del Purgatorio e i Psalmi penitentiales di Petrarca. I suoi
attuali interessi di ricerca sono Environmental Criticism, Digital Humanities,
la ricezione “popolare” del corpus dantesco in Nord America nella prima metà
del ventesimo secolo e il rapporto tra novelle e ballate nel Decameron
Sara Ravani e Giovanni Lupinu
Contatto linguistico in Sardegna nel Medioevo
A partire dagli studi di Max Leopold Wagner, il contatto
linguistico nel Medioevo con il toscano (pisano) e, in misura minore, col
ligure è stato visto come un importante fattore esogeno capace di condizionare
in modo significativo lo sviluppo del sardo, non soltanto a livello lessicale.
Nel presente contributo, prendendo in esame soprattutto le testimonianze
scritte, si offrirà una panoramica aggiornata che illustri i modi e le
direzioni in cui tale fenomeno si realizzò, arrivando pure, in alcuni casi, a
conferire una dimensione ‘coloniale’ agli idiomi trapiantati nell’isola.
Giovanni Lupinu è professore di Glottologia all’Università di Sassari. Dopo essersi
occupato, fra le altre cose, di latino epigrafico della Sardegna,
sociolinguistica della Sardegna e storia della linguistica sarda, negli ultimi
anni i suoi studi si sono concentrati sul sardo medievale: si ricordano, in
particolare, la prima edizione critica della Carta de Logu (nel
2010), la direzione scientifica di ATLiSOr (Archivio Testuale della Lingua Sarda delle
Origini: http://atlisorweb.ovi.cnr.it), in
collaborazione con Sara Ravani, e il contributo Su alcune recenti proposte nella linguistica
sarda: gli esiti delle labiovelari latine in logudorese e campidanese, in «Cultura Neolatina» (80, 2020); più recentemente ha curato una nuova
edizione de Gli Statuti
di Castelsardo (Castelgenovese), in «Cultura
Neolatina», 81 (2021, con Sara Ravani), e pubblicato un Manualetto di linguistica sarda (2023).
Sara Ravani è ricercatrice presso l’Opera del Vocabolario Italiano, dal 2020 in
assegnazione all’Unità di Ricerca Temporanea della Scuola Normale Superiore di
Pisa. I suoi principali interessi di ricerca sono la lessicografia storica, la
filologia italiana e sarda, con particolare riguardo al contatto linguistico
pisano-sardo nel Medioevo. Si occupa anche della redazione di voci del Vocabolario del Siciliano Medievale.