Opera del Vocabolario Italiano

Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche

seminarI 2024

Medieval Textuality: Traditional Methods and Innovative Technologies

Nei mesi di marzo e aprile 2024, il Center for Italian Studies at the University of Notre Dame (UND), in collaborazione con il CNR - Istituto Opera del Vocabolario Italiano (OVI), ​​ospiterà il nono ciclo di seminari in videoconferenza dal titolo " Medieval Textuality: Traditional Methods and Innovative Technologies", in ​cui si esplorerà ​un'ampia gamma di argomenti relativi alle caratteristiche linguistiche, filologiche e letterarie di una serie di testi italiani antichi, anche in relazione alle tecnologie digitali.

I relatori saranno (in ordine di apparizione): Nicola Esposito (University of Notre Dame), Mattia Boccuti (University of Notre Dame), Salvatore Arcidiacono (Università di Catania / OVI), Ryan Pepin (University of York), Sara Ravani (OVI) insieme con Giovanni Lupinu (Università di Sassari). 

Le lezioni e le discussioni si svolgeranno in italiano.

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mercoledì 13 MARzo

Nicola Esposito
Un copista poco discreto: il testo del Pecorone nella lezione del codice 85 della Biblioteca Trivulziana di Milano

Databile all’ultimo quarto del secolo XV, il ms. Milano, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, 85 veicola una lezione del Pecorone di ser Giovanni che ben riflette quello che Edgar Morin ha felicemente definito nel 1962 l’esprit du temps. Nell’intervento si analizzerà la facies linguistica che il copista dà al suo testo, nonché le numerose sottrazioni e aggiunte capaci, in potenza, di dirci molto della cultura entro la quale è nato e si è formato questo progetto librario.

Nicola Esposito è Teaching Scholar Postdoctoral Fellow presso l’Università di Notre Dame. I suoi interessi di ricerca spaziano tra la novellistica toscana del tardo Trecento e del primo Quattrocento (con particolare attenzione rivolta a Giovanni Boccaccio, ser Giovanni, Franco Sacchetti e Giovanni Sercambi) e la filologia testuale dell’italiano tardo medievale. Tra le sue più recenti pubblicazioni vi sono: La tradizione manoscritta del ‘Pecorone’ di ser Giovanni, «Italia Medioevale e Umanistica», 64, 2023; Sullo statuto delle ballate del ‘Decameron’: tra cultura cortese e fascinazioni cavalleresche, «L’Ellisse. Studi - storici di letteratura italiana», XVIII/I, 2023, pp. 7-20.  

mercoledì 27 MARzo

Mattia Boccuti
Nuove proposte per un ‘micro-canone beatriciano’: Dante e Beatrice nelle rime pre-Vita nova

La centralità della figura di Beatrice all’interno dell’opera letteraria di Dante Alighieri è un assunto tanto noto e pacificamente accettato nella moderna esegesi dantesca da non essere oggetto di particolare controversia critica. Descritta come “un elemento di fondo, un grande ‘mito’” da Aldo Vallone, Beatrice è infatti generalmente interpretata come una presenza costante nella produzione di Dante tra la fine del tredicesimo e l’inizio del quattordicesimo secolo. Un’analisi sistematica del corpus dantesco rivela, però, che Beatrice è un concetto letterario aperto e in continua costruzione. Scopo di questo contributo è riconsiderare il ruolo, le funzioni e le caratteristiche della figura di Beatrice nei testi precedenti la composizione della Vita nova, definendo un “micro-canone beatriciano” e riflettendo sulla genesi del mito di Beatrice.  

Mattia Boccuti  è Teaching Scholar Postdoctoral Fellow presso l’Università di Notre Dame. La sua attività di ricerca si concentra sulla produzione letteraria di Dante e, in particolare, su come la figura di Beatrice informi e rifletta quella del suo autore. Ha pubblicato contributi sulla tradizione mariana nella Commedia, i canti edenici del Purgatorio e i Psalmi penitentiales di Petrarca. I suoi attuali interessi di ricerca sono Environmental Criticism, Digital Humanities, la ricezione “popolare” del corpus dantesco in Nord America nella prima metà del ventesimo secolo e il rapporto tra novelle e ballate nel Decameron

mercoledì 10 aprile

Salvatore Arcidiacono
Il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (TLIO) su piattaforma digitale Pluto

Muovendo da una tradizione di ricerca che risale alle origini della lessicografia elettronica, l’Opera del Vocabolario Italiano ha sviluppato, nel corso della sua attività, modelli e strumenti per la creazione e la distribuzione di risorse lessicografiche digitali. Il seminario illustrerà il nuovo impianto digitale del Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (TLIO), sviluppato sul sistema Pluto (Piattaforma Lessicografica Unica del Tesoro delle Origini). La piattaforma Pluto, attraverso una serie di implementazioni secondarie su diversi progetti lessicografici, mira a rafforzare l’interoperabilità tra dizionari e la standardizzazione dei processi redazionali per la lessicografia diacronica. 

Salvatore Arcidiacono è ricercatore in Linguistica italiana presso l’Università degli Studi di Catania e ricercatore associato presso l’Istituto del CNR Opera del Vocabolario. È vicedirettore del Corpus ARTESIA (Archivio Testuale del Siciliano Antico) e del Vocabolario del Siciliano Medievale. I suoi interessi di ricerca riguardano la lessicografia elettronica, il trattamento automatico del testo e la filologia digitale.

mercoledì 17 aprile

Rayan Pepin
Figure, sintassi e performance nella Commedia dantesca: Un approccio con Digital Humanities (NLP)

Indagando il fenomeno delle cosiddette ‘figure ritmiche’ in Dante tramite un nuovo database e piattaforma query per la Commedia, la mia ricerca punta all’allestimento di un nuovo, ampio catalogo di versi che il poeta ripete o di cui si rammenta e, sulla base del modello ritmico e sintattico fornitogli, varia per ricavarne dei nuovi. Uno degli esiti di questa ricerca sono nuovi indizi sulla scansione o la pronuncia di singoli versi dell’opera dantesca – con i richiami interni che ci forniscono una sorta di partitura interna all’opera. Dopo una panoramica della nuova piattaforma Digital Humanities, questo intervento offrirà degli appunti sulla performance o la realizzazione vocale del verso dantesco. 

Ryan Pepin è British Academy Postdoctoral Fellow all’Università di York. È stato professore ospite presso l'Università di Notre Dame e borsista Marco Praloran presso la Fondazione Ezio Franceschini di Firenze. Sta completando un libro sulle figure ritmiche in Dante e ne sta iniziando un altro sull'interazione tra la forma poetica del latino medievale e quella romanza.  


mercoledì 24 aprile

Sara Ravani e Giovanni Lupinu
Contatto linguistico in Sardegna nel Medioevo

A partire dagli studi di Max Leopold Wagner, il contatto linguistico nel Medioevo con il toscano (pisano) e, in misura minore, col ligure è stato visto come un importante fattore esogeno capace di condizionare in modo significativo lo sviluppo del sardo, non soltanto a livello lessicale. Nel presente contributo, prendendo in esame soprattutto le testimonianze scritte, si offrirà una panoramica aggiornata che illustri i modi e le direzioni in cui tale fenomeno si realizzò, arrivando pure, in alcuni casi, a conferire una dimensione ‘coloniale’ agli idiomi trapiantati nell’isola. 

Giovanni Lupinu è professore di Glottologia all’Università di Sassari. Dopo essersi occupato, fra le altre cose, di latino epigrafico della Sardegna, sociolinguistica della Sardegna e storia della linguistica sarda, negli ultimi anni i suoi studi si sono concentrati sul sardo medievale: si ricordano, in particolare, la prima edizione critica della Carta de Logu (nel 2010), la direzione scientifica di ATLiSOr (Archivio Testuale della Lingua Sarda delle Origini: http://atlisorweb.ovi.cnr.it), in collaborazione con Sara Ravani, e il contributo Su alcune recenti proposte nella linguistica sarda: gli esiti delle labiovelari latine in logudorese e campidanese, in «Cultura Neolatina» (80, 2020); più recentemente ha curato una nuova edizione de Gli Statuti di Castelsardo (Castelgenovese), in «Cultura Neolatina», 81 (2021, con Sara Ravani), e pubblicato un Manualetto di linguistica sarda (2023). 

Sara Ravani è ricercatrice presso l’Opera del Vocabolario Italiano, dal 2020 in assegnazione all’Unità di Ricerca Temporanea della Scuola Normale Superiore di Pisa. I suoi principali interessi di ricerca sono la lessicografia storica, la filologia italiana e sarda, con particolare riguardo al contatto linguistico pisano-sardo nel Medioevo. Si occupa anche della redazione di voci del Vocabolario del Siciliano Medievale.